Le pareti dei Tre Denti e delle falesie nei dintorni di Cumiana sono state a lungo luogo di aspre sfide. Intagliate dall’incedere del tempo e dalla forza degli elementi naturali, hanno da sempre offerto un terreno di gioco naturale per gli alpinisti più audaci. Con lo scoppio della Seconda Guerra Mondiale, però, le montagne cessarono di essere solo un palcoscenico per imprese sportive. I Tre Denti divennero un baluardo di resistenza, un rifugio per i partigiani che, tra le sue rocce, organizzavano azioni di guerriglia contro l’occupante.
Il dopoguerra e la rinascita dell’arrampicata
Conclusa la guerra, l’Italia si rimise in cammino verso la ricostruzione. Anche l’alpinismo, fermatosi per anni, riprese fiato. Le sezioni del CAI, come l’UGET (Unione Giovani Escursionisti Torinesi), la GEAT (Giovani Escursionisti Alpinisti Torino) e l’ALFA (Associazione Libertas Fascio Alpinisti), giocarono un ruolo fondamentale nel rilanciare l’attività alpinistica. Nacquero scuole di alpinismo, tra cui la “Boccalatte” nel 1939 e la “Gervasutti” nel 1947, che formarono generazioni di nuovi arrampicatori.
Gli anni ’50 e ’60 furono un periodo di grande fermento. Le scuole organizzavano corsi e uscite, e sempre più persone si avvicinavano all’arrampicata. Le pareti dei Tre Denti si riempirono di nuove vie, aperte da istruttori e allievi delle scuole. Figure come Vincenzo Appiano e Franco Ribetti lasciarono il loro segno, aprendo itinerari che divennero presto dei classici.
Gli anni ’70: l’arrivo dello stile Yosemite
Questi furono gli anni che segnarono una svolta nello stile di arrampicata. L’influenza dello Yosemite Valley, con le sue pareti lisce e le sue vie artificiali, si fece sentire anche in Italia. Angelo Gaido, affascinato dallo stile californiano, introdusse ai Tre Denti nuove tecniche e nuovi materiali. Vie come la “Gaido” sullo spigolo Sud del Dente Occidentale e la “Pression Wall” sulla parete Est del Dente della Madonna rappresentarono una rottura con il passato: dove prima si arrampicava tra fessure e diedri, grazie all’utilizzo di chiodi a pressione si poterono affrontare anche pareti compatte, lisce e muraglie.
Gli anni ’80: la rivoluzione dell’arrampicata sportiva
Questa decade segnò l’era che vide l’esplosione dell’arrampicata sportiva. L’uso della magnesite, delle scarpette e degli spit trasformò radicalmente l’approccio all’arrampicata. Un gruppo di giovani arrampicatori, tra cui Davide e Marco Bernardi, introdusse ai Tre Denti questa nuova disciplina, aprendo vie sempre più difficili e tecniche. La storia e le opportunità di praticare climbing a Cumiana sono una delle ragioni che ha reso famosa questa zona.
Dai rifugi partigiani alle palestre di roccia, i Tre Denti hanno vissuto un’evoluzione straordinaria. L’arrampicata, da attività elitaria, si è democratizzata, diventando uno sport alla portata di tutti. Le pareti dei Tre Denti – oggi Parco Tre Denti Freidour – plasmate dalla storia e dall’uomo, continuano ad attirare arrampicatori da tutto il mondo, che qui possono trovare sfide per tutti i gusti e un pezzo di storia dell’alpinismo italiano.