Oggi Cumiana è conosciuta per la sua natura generosa e i suoi paesaggi spettacolari, ma il legame tra uomo e territorio affonda radici profonde nel tempo. Se torniamo indietro fino al Trecento, scopriamo una Cumiana viva e operosa, dove ogni appezzamento di terra raccontava una storia di sopravvivenza, ingegno e continua trasformazione. Un passato che, ancora oggi, modella il paesaggio e arricchisce il valore culturale di ogni angolo del nostro territorio.
Un paesaggio plasmato dal lavoro contadino
Nel Medioevo, la geografia di Cumiana – stretta tra la fertile pianura pinerolese e le prime elevazioni montane – determinava fortemente l’uso delle terre. Le aree pianeggianti, come la Marsaglia, erano dedicate prevalentemente all’allevamento, mentre sui rilievi più bassi si sviluppava un’agricoltura variegata. In questo contesto, la frammentazione della proprietà fondiaria era la norma: piccoli appezzamenti, spesso inferiori a due giornate (circa 76 are), coltivati da numerosi contadini.
Oltre ai campi coltivati, erano molto diffusi prati, castagneti e vigneti. Non mancavano gli alteni, forme di coltura promiscua dove la vite era maritata ad alberi come olmi o aceri, consentendo una produzione policulturale su terreni limitati. L’insediamento era diffuso: abitazioni rurali isolate (tetti, airali) punteggiavano i campi, a testimoniare un habitat sparso, frutto di un secolare rapporto di equilibrio tra uomo e natura. Questo sistema non solo garantiva la sopravvivenza, ma creava un paesaggio armonico, dove ogni metro di terra era valorizzato con attenzione e sapienza.
I boschi “usati”: risorsa vitale per l’economia locale
Nel mondo medievale, il bosco non era una terra marginale: era una risorsa imprescindibile. A Cumiana, i boschi venivano sfruttati in molteplici modi: per il legname da costruzione, per la raccolta di frutti spontanei, per il pascolo degli animali e per la produzione di foraggi invernali attraverso il taglio di rami e foglie. Specie come la quercia e il castagno avevano un ruolo centrale: la prima forniva ghiande fondamentali per l’allevamento suino, la seconda offriva frutti nutrienti e legname durevole.
Il castagno, in particolare, conobbe una grande diffusione in quest’epoca, modificando il paesaggio agrario e garantendo un alimento di base per le popolazioni rurali. Le castagne potevano essere consumate fresche, essiccate o trasformate in farina, rappresentando una risorsa alimentare essenziale soprattutto nei periodi di carestia. Anche i toponimi locali – come Albaretum o Fraschetum – raccontano ancora oggi questa stretta relazione tra uomo e bosco. Camminare nei boschi di Cumiana significa così immergersi in un patrimonio naturale e culturale stratificato nei secoli.

Credits Roberto Zordan
L’economia agricola: tra innovazione e necessità
L’agricoltura medievale cumianese si basava su un equilibrio fragile e ingegnoso. I contadini combinavano colture diverse sullo stesso appezzamento per ottimizzare le rese e mitigare i rischi. Le coltivazioni principali erano la segale – adatta ai climi più rigidi – e, in misura minore, il frumento, più esigente ma più remunerativo. I prati fornivano fieno per l’allevamento, mentre le vigne, spesso di piccole dimensioni, garantivano una produzione familiare di vino, bene fondamentale sia a livello alimentare che culturale.
Questa economia di sussistenza, fortemente integrata e policulturale, consentiva alla comunità di affrontare con maggiore resilienza gli anni difficili, caratterizzati da carestie, guerre e crisi climatiche. Tuttavia, il margine di sicurezza era sottile. La peste del 1348, che decimò la popolazione europea, lasciò tracce profonde anche a Cumiana, accelerando cambiamenti nel sistema agrario: molti campi vennero abbandonati o riconvertiti a prati, meno esigenti in termini di manodopera e più adatti alla nuova realtà economica.
Una storia di resilienza che si legge nel paesaggio
Il paesaggio rurale che oggi possiamo ammirare attorno a Cumiana è il risultato di secoli di trasformazioni, ma conserva ancora molte delle caratteristiche nate nel Medioevo. I boschi di castagno, i prati stabili, i piccoli terrazzamenti vitati, e perfino alcuni insediamenti sparsi, sono eredi diretti di quella sapiente gestione dello spazio agricolo.
Le strade sterrate che attraversano le campagne, i nomi delle borgate, e la presenza di manufatti rurali antichi come tetti e airali, ci raccontano di una civiltà contadina che ha saputo modellare il paesaggio senza snaturarlo. Ogni sentiero, ogni campo coltivato, ogni linea di alberi è un frammento di una grande storia collettiva di fatica, di resilienza e di amore per la propria terra. Visitare oggi Cumiana significa camminare tra i segni vivi di una storia lunga più di sette secoli.
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Ti invitiamo a esplorare i percorsi storici e naturalistici tra i boschi di castagni secolari, gli antichi prati della Marsaglia e i sentieri che collegano le vecchie borgate rurali.
Ogni camminata ti farà rivivere le vite, i mestieri e i paesaggi dei contadini medievali.
Vieni a Cumiana: il passato ti aspetta a ogni passo!